Un pomeriggio, dopo circa una settimana d’estate trascorsa qui, ero al telefono con i miei genitori in compagnia di mio fratello…guardavo la fiancata del duomo e la gola mi si strinse, avevo le lacrime agli occhi. Non volevo andar via.
Qualche notte dopo, tornata a Napoli, avevo sognato di essere all’Accademia di Belle Arti, correvo ed arrivata nel cortile mi ritrovo il Duomo di Milano, luminoso e raggiante, un po’ come in questa foto (ma era di notte), come un piccolo modellino messo lì. Era chiaro che volesse comunicarmi qualcosa, oppure ero io che volevo tornare da lui. Era l’anno 2011.
E così presi la folle decisione di abbandonare tutto e di tornare qui, nel 2 gennaio 2012, accolta da una nebbia che mi affascinava, e dalla neve con la quale mi veniva voglia di giocare, con lo spirito napoletano di vedere ovunque la bellezza e l’essenza di ogni cosa.
Tutto è stato difficile, integrarmi, studiare e lavorare. Ho ribattezzato qui la mia vita, mi sono sentita identificata con questa città sin da quando ne sentivo parlare, ma non sentivo la necessità di doverlo dire: in passato è stato un mio piccolo segreto.
La vita è davvero bizzarra: dopo la laurea vai a farti una vacanza a Milano da tuo fratello e da allora decidi di non lasciarla più.
Dietro questo libro c’è una storia per me speciale. Un libro di un importante pittore informale, Domenico Spinosa, regalatomi da sua figlia che è stata la mia insegnante di Storia dell’arte Moderna, nonché relatrice di tesi all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Lei tra il 2010 e il 2011 mi spronò nel liberarmi in questo tipo di pittura, non con poche difficoltà, perché da perfezionista come sono sempre stata, dipingendo paesaggi e paesaggi, non riuscivo a dipingere come una bambina; alla fine da quando avevo cominciato non volevo più smettere!
Nel 2011 è nato il mio primo dipinto informale intitolato “Milano-Napoli”, che custodisco privatamente, il quale racconta del mio indelebile impatto e amore tra le due città e la gran voglia di emergere in una città come Milano che mi aveva stregata, portando con me un bagaglio partenopeo fatto di Barocco e Napoli sacra, per poi sfociare in una pausa nel quale la vita frenetica milanese ha preso il sopravvento.
La Scenografia svanita dalla comparsa della pandemia da Covid-19, e non so ancora se si tratterà di una pausa anche questa, ma sarò pronta a riprenderla con tutte le mie competenze nel campo.
Poi ogni cosa è andata recuperata, ed ora ho ancora molto da voler esprimere attraverso questa meravigliosa tecnica!
Ringrazio ancora Aurora Spinosa per questo bellissimo dono!
Mille grazie ad Eddy Valdameri che ogni giorno sostiene sempre ogni cosa che faccio.
Sei il primo motivo per cui sono orgogliosa non solo di essere Napoletana, ma anche di essere del tuo stesso quartiere. La tua generosità si riscontra anche nella tua arte: hai regalato, e ancora regali, tanta gioia, allegria e divertimento; dietro la maschera, dietro il genio, c’è un uomo di un’immensa carica umana, quella che mi ha avvicinato ancora di più a te, da quando ho scoperto il Principe, l’uomo. Quanto avrei voluto conoscerti…Immenso artista quanto signore!
Grazie di tutto TOTÒ!
Non esisteva per me una cronologia in ordine di data, altrimenti sarei dovuta sobbalzare da un momento all’altro dal Vomero al quartiere San Ferdinando, dai Decumani a via Salvator Rosa…
Qualunque sia stata la mia tappa di ogni giorno (parlo del periodo che va dal 2008 al 2011) il punto di ritrovo dei miei pensieri, ispirazioni, idee…era qui, in questo stupendo salotto Barocco: il chiostro della Certosa di San Martino, del grandioso artista Cosimo Fanzago!
Questa che vi mostro è una delle tantissime dispense che ho di quando studiavo all’Accademia di Belle Arti di Napoli!
È sempre bello ricordare i vecchi tempi, dei quali provo spesso una profonda nostalgia, proprio perché non rimpiango nulla, persino le ansie da esami le ricordo con tanta dolcezza.
Alle volte penso che il tempo passa troppo in fretta!
Non si deve mai smettere di sentirsi eterni studenti, perché l’entusiasmo di imparare, sempre, è il motore di ogni cosa. Ringrazierò ogni volta tutti i più grandi maestri che ho avuto durante tutto il mio percorso.
Io credo che un libro come questo rappresenti un atto d’amore da parte di una persona speciale, e verso sé stessi, perché l’arte è davvero un toccasana per la nostra anima e per la nostra mente! Molti colossi della pittura del nostro passato hanno tanto da insegnarci, come gestire le nostre emozioni soltanto rimanendo incantati davanti alle loro opere!
Il mio percorso musicale inverso: il primo approccio allo strumento elettrico, e poi a quello classico. Due anni fa ho avuto la fortuna di ricevere un regalo bellissimo dal mio compagno Eddy Valdameri, un violoncello elettrico! Poco prima gli avevo confessato che da un anno che mi frullava in testa l’idea di imparare a suonare questo strumento.
Lo scorso anno ho deciso di prenderne uno classico da studio, ed ora a due anni di distanza studio con lo stesso entusiasmo, magari non con lo stesso tempo visto che il lavoro chiama sempre.
Un giorno viddi un concerto di Hans Zimmer nel quale c’era la violoncellista Tina Guo, e un altro dei Metallica con la S&M in cui c’era un violoncellista di cui non conosco il nome: loro due sono stati a stregarmi! E da allora ho voluto suonarlo anch’io! Per me è stato il volto autentico dell’amore a prima vista.
Sia benedetta la musica, sempre!
Ora voglio citare questo bellissimo libro che ha richiamato tantissimo la mia curiosità: con un’ introduzione efficace di Fiorella Mannoia e le incredibili storie di tante donne musiciste, mi ha insegnato davvero tanto ad aver fede in me stessa, e quanto conta coltivare tutto ciò che amiamo fare, che sia un lavoro o una passione, portando con se sempre la tenacia, l’amore e l’entusiasmo, che terranno sempre le porte aperte verso il mondo che ci circonda.
Un’attenzione particolare alla grafica, soprattutto quelle che rappresentano Madonna e Janis Joplin!
Il risultato è che mi sono preparata una playlist di tutti i brani citati in questo libro, che mi ricordano sempre ciò che le esperienze di donne forti come loro possono insegnarci ogni giorno.
Fregatevene di eventuali sentenze e pregiudizi altrui: il cuore che avete dentro è vostro; la mente che avete è vostra; quando ogni cosa vi fa brillare l’anima non lasciate mai che nessuno spenga le scintille che avete dentro!
Questa chitarra ha fatto da colonna sonora negli ultimi tre anni delle scuole superiori, Istituto d’Arte “Filippo Palizzi” di Napoli (attuale Liceo Artistico, Coreutico e Musicale “Palizzi-Boccioni”). Oggi sto imparando a suonare il violoncello, ma questa chitarra sarà sempre per me una presenza molto tenera, ricordandomi un periodo del quale tutt’oggi non scorderò mai.
Grazie a Pino Daniele, dopo Lene Marlin ai primi anni dell’adolescenza, che mi sono avvicinata tantissimo alla chitarra.
Quando sento il profumo del liuto e delle corde capisco quanto è bello dedicarsi a qualcosa che ci piace e ringrazio ancora tanto alla mia famiglia di avermi fatto questo dono!
La mia camera delle meraviglie potevo inaugurarla soltanto con lui.
Lui per me, e per tanti appassionati come me, è il genio, il Genio in assoluto.
Da piccolissima ho visto quasi tutti i suoi film è quasi tutti li conosco a memoria (su 98 film credo di averne visti almeno 94). È il cuore del mio quartiere a Napoli, ed è l’energia pulsante dalla quale può scaturire ogni inventiva, ogni creatività, per trasformare un momento di routine in un momento di divertimento: spesse volte capita che ascolto una mia amica o un mio collega il quale da una frase mi riporta ad una battuta di un film di Totò, ma anche di Eduardo De Filippo, del quale vi racconterò nelle prossime rivelazioni.
Totò è per me anche un esempio di grande caparbia: innumerevoli erano le porte chiuse dei teatri ai quali andava a chiedere una scrittura, ma questo è solo una piccolissima parte (nel libro Totò il principe del sorriso di V. Paliotti c’è scritto tutto), eppure è arrivato a diventare uno dei più grandi comici del mondo!
Poi ancora, era un nobile, un principe! Incredibile come due realtà possano esistere in un’unica persona… altrimenti come poteva essere un genio?